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Recensione Celestron NexStar 6 Se

Recensione Celestron NexStar 6 Se

Tra i nuovi arrivati in casa Celestron troviamo il 6 Se, un Catadiottrico Schmidt – Cassegrain da 6” (150 mm). Il Telescopio viene venduto con due imballi separati, uno per il tubo già collegato alla montatura (a forcella mono braccio) e uno per il treppiede, il tutto avvolto nel cellophane. Il treppiede è solido e robusto, adatto a reggere tubi di peso elevato. La Montatura è ottima, e nel braccio si trova l’alloggiamento della Pulsantiera. Il Tubo, del classico arancione Celestron, si collega alla Montatura tramite una comodissima vite. Niente più complicati cacciaviti e chiavi inglesi! Il montaggio del tutto avviene in pochi minuti.
Ottica
L’Ottica del 6” è molto buona, anche se di ostruzione piuttosto elevata. Al posto del classico cercatore, è presente un red – dot, la maggioranza delle volte allineato con il telescopio nonostante spostamenti. La manopola di messa a fuoco è comoda e permette messe a fuoco di precisione. Il porta oculari è un Visual Back da 1/1.4”. La dotazione di Accessori consiste in un solo oculare da 25 mm Celestron e un Diagonale, entrambi di elevata fattura.
Montatura
Anche la Montatura, come tutto il resto del telescopio, non ha bisogno di attrezzi e si attacca al treppiede tramite tre viti speciali. La dotazione di pile (non incluse) è quella di 8 pile alcaline da 1.5 V l’una, inseribili nella Montatura tramite un coperchio. L’utilizzo di pile è troppo dispendioso, in quanto hanno una carica di 20 ore circa. Consiglio quindi di allacciare al telescopio un alimentatore stabilizzato a 12 V. In dotazione c’è anche una pratica bolla da carpentiere per visualizzare se il telescopio è in bolla.
PROVA
Il Telescopio è stato provato Sabato 4/10/2008, da un sito con abbastanza inquinamento luminoso, in periferia di Torino (Grugliasco).
Luna, Pianeti e Stelle Doppie
Il primo bersaglio è stata la Luna. Con il 25 mm. È già stato possibile scorgere l’intero disco lunare, con media turbolenza. La Luna era già al Primo Quarto inoltrato. I crateri erano visibili fino in fondo, con molto contrasto e molta luminosità, fin troppa.
Giove poi è stato il secondo obiettivo. Si notavano tranquillamente tutti e quattro i Satelliti Galileiani e sul disco del Pianeta erano visibili in gran parte le Bande Equatoriali.
Come stelle doppie sono state risolte bene Eta Cassiopea e ottimamente Mizar.
Deep Sky
Purtroppo assolutamente niente dalla città. Solo durante una piccola escursione fuori Torino è stato possibile risolvere fino in fondo M13 e ben visibile nonostante la Luna quasi Piena e il suo colore in b/n M57.